Le caffettiere per il caffè istantaneo e le macchine automatiche sono indubbiamente molto comode e pratiche: sono di piccole dimensioni e non sporcano molto. Dunque, adattissime per i ritmi di una società smart.
Tuttavia, spesso queste macchine non riescono a reggere il confronto di qualità con le altre tipologie di caffettiere, come ad esempio con la famosa moka e la chambord, ovvero la caffettiera alla francese.
In particolare, entrambe le caffettiere, pur essendo molto diverse, danno due ottime bevande. Tuttavia, è molto difficile stabilire quale tra le due sia il miglior prodotto, al di là del successo fra i consumatori. Infatti, nelle case degli italiani non manca di certo una moka, mentre sarà assai raro trovare un modello chambord. Inoltre i nostri conterranei sono quasi del tutto assuefatti al consumo del caffè espresso tanto da voler escludere il consumo di un infuso dal sapore molto particolare, come quello alla francese.
Chambord: la caffettiera a stantuffo
I nomi con cui è conosciuta la chambord sono diversi, tra cui anche plugger coffe- appunto caffettiera “a stantuffo”- proprio per la presenza di questa sorta di filtro a stantuffo, che consente la realizzazione dell’infuso.
La caffettiera francese, deve la sua paternità all’italiano Attilio Calimani, il quale negli anni ’20 si ispirò ai modelli già brevettati nella prima metà del 1800 in Francia. Così, quasi settant’anni dopo, Calimani creò una caffettiera un po’ più moderna ma che sfruttava la medesima tecnica, cioè quella dell’infusione. I primi modelli erano costituiti da un contenitore cilindrico in vetro e da uno stantuffo che presentava un filtro in stagno forato e dischi in flanella. Successivamente un altro italiano, Bruno Cassol, perfezionò tale modello con bicchiere in pirex e un filtro in rete metallica.
Dal secondo dopoguerra in poi, la chambord ha subito delle ulteriori modifiche che l’hanno definitivamente modernizzata, finché una fabbrica danese si innamorò del prodotto e decise di commercializzarlo su larga scala, decretando un notevole successo in tutto mondo.
Così come la chambord, anche la moka è incorsa in diverse modifiche negli anni. Entrambe le caffettiere hanno mantenuto stile e design, venendo semplicemente modificate nei materiali. Attualmente, di entrambi i modelli ne esistono in commercio diverse varianti e diversi colori, anche se la caffettiera alla francese è quella che mantenuto più di tutti il suo stile originario.
La realizzazione del caffè
Il procedimento con la moka, prevede l’utilizzo di una polvere di caffè fine che viene inserita in un filtro metallico ed il posizionamento di una caldaia, riempita con poca acqua, al di sotto del filtro. La temperatura e la pressione, determinano la fuoriuscita della bevanda nel serbatoio. Il tutto, nell’arco di 4 minuti circa.
L’estrazione del caffè alla francese è assai differente. È necessario scaldare l’acqua in un pentolino cercando di arrivare ad una temperatura di poco al di sotto del punto ebollizione, tra i 92 e i 96 gradi. Dopodiché bisogna versare l’acqua nel recipiente e mischiarla al caffè macinato, applicare il coperchio mantenendo lo stantuffo alzato e lasciar riposare il caffè in infusione per quanto lo si desidera. Al termine dell’infusione, basterà spingere delicatamente lo stantuffo verso il basso in modo tale da separare il liquido dai grani.
In questa operazione la temperatura è fondamentale: se troppo alta, il caffè risulterà troppo amaro.
Un altro metodo: l’estrazione a freddo
Quest’altra tecnica, utilizzabile solo con la chambord, consente di ottenere una bevanda caffè con la tecnica a freddo, ovvero senza l’utilizzo di un liquido ad alte temperature. La tecnica è molto semplice, richiede solo una tempistica più lunga per la sua realizzazione: almeno dodici ore.
L’infuso risultato dall’estrazione a freddo è decisamente meno forte, con un gusto più delicato e meno amaro.
Come detto, il caffè ottenuto è effettivamente meno aggressivo, più dolce e delicato; inoltre l’assenza di olii e grassi acidi consente una maggiore conservazione nel tempo, senza che il caffè irrancidisca, anche in frigorifero anche per una decina di giorni.
Moka o chambord?
Il caffè francese potrebbe sembrare un cugino di secondo grado del caffè lungo americano. Tuttavia, una volta assaggiato, si scopre immediatamente che il gusto è piuttosto diverso, molto più forte, denso e aromatico del classico caffè lungo tradizionale.
Molti consumatori italiani hanno dimostrato di apprezzare maggiormente il gusto di un espresso e la rapidità di utilizzo della moka e al contempo una certa ritrosia verso il sistema french press.
Esattamente, ciò che pare bloccare il consumatore nostrano è la preparazione della bevanda: non siamo infatti abituati ad utilizzare una Chambord e fatichiamo ad impratichirci.
Ci sono alcuni consigli che possono aiutarci ad entrare meglio in confidenza con questo prodotto. Ad esempio, l’acquisto del giusto caffè. Infatti, una volta acquistata una caffettiera francese, dobbiamo prestare attenzione alla macinatura del caffè. Al contrario della moka, per ottenere un buon infuso alla francese, dobbiamo utilizzare un grado di macinatura del caffè molto grossolana.
Un suggerimento per chi non è si è ancora deciso sull’acquisto di una chambord, è di considerare l’estrema versatilità di questo prodotto. Infatti non si presta solo alla preparazione di un infuso al caffè, ma è adatta a tutte le infusioni: thè, orzo e tisane sono perfetti per questo metodo di estrazione. La moka, non essendo una caffettiera a infusione, si adatta solamente all’estrazione del caffè.
In conclusione, la moka e la caffettiera francese, producono due bevande così diverse che non è possibile stabilire quale tra le due sia la migliore. È solo questione di gusti!