Preparare la moka è un’arte. Quotidianamente i migliori scienziati d’Italia si sfidano alla ricerca della formula esatta. La chiave però sembra ancora molto lontana e forse solo nel futuro a noi ignoto verrà trovata.
Noi qui, intrappolati nel ventunesimo secolo dobbiamo ancora dibattere. Arabica o robusta? Montagnetta o caffè a filo? Cialde o moka? French press o americano? Tante diatribe quanti i governi italiani, ma oggi vogliamo concentrarci su una specifica. Altrimenti non basterebbe un trattato per esaminarle tutte.
Quale acqua va utilizzata?
Lanciata la domanda, infiliamoci in questo ginepraio di possibilità.
A questa domanda ci sono molte risposte possibili, a seconda da cosa preferite fare. Non c’è un ministero preposto al controllo della corretta esecuzione del caffè, o almeno non ancora.
La prima risposta alla domanda è quella semplice: usate la stessa acqua che utilizzate per ogni preparazione. Per quanto scontata è anche una questione ovvia. Non credo che nessuno di noi prepari la pasta, brodi o quant’altro svuotando le bottiglie di acqua minerale in pentola, ma utilizzerà quella del rubinetto. Pertanto utilizzare questa stessa acqua è la cosa immediatamente più facile.
Tuttavia l’acqua del rubinetto, sempre nell’ottica di vederla come un ingrediente, non è facilmente controllabile. L’acqua è sicuramente sana e potabile, ma non possiamo controllare in tempo reale il suo apporto di sali minerali.
Utilizzando l’acqua comprata avrete sempre, o quasi, lo stesso liquido, lo stesso ingrediente. Dunque il vostro caffè sarà sempre ripetibile nella sua perfezione.
Il contro di una scelta tale lo vedo l’ambiente. La plastica delle bottiglie infatti è un rifiuto molto diffuso oggigiorno, ma anche uno di quelli più facili da ridurre. Non so quanto convenga sprecare bottiglie in più per un caffè perfetto.
Fredda o calda?
Chiarito che teoricamente sia meglio utilizzare dell’acqua imbottigliata, sebbene sia eticamente una stupidaggine, possiamo analizzare un’altro tema scottante: la sua temperatura.
Anche in questo caso le risposte dipendono dal vostro giudizio, non c’è una soluzione univoca.
L’acqua fredda è la scelta più semplice. Riempiamo la caldaia fin sotto la valvola e lasciamo andare. Fine niente magie. Questo richiederà più tempo per l’estrazione del caffè, ma alla fine potrete godervi la pausa. Potrete pensare al caffè come un rito che parte dalla sua preparazione, sino all’ultima goccia bevuta.
L’altra strada è forse quella frettolosa, ma nemmeno troppo. L’acqua calda inserita nella caldaia dovrà essere riscaldata e, anche se le odierne caldaie ci mettano davvero pochi secondi a darci temperature infernali, avrà bisogno del suo tempo per farlo. Una volta nella caldaia, comunque, quest’acqua ci metterà molto meno a salire favorendo un’estrazione più rapida e un caffè subito pronto.
Consiglio segreto
C’è un piccolo extra che vogliamo lasciare come nota ai più avventurosi. L’acqua nella moka può essere utilizzata anche fuori dalla caldaia.
Quando la caffettiera è sul fuoco, anche a parte metallica che accoglierà il caffè si starà scaldando. Velocemente, anche troppo. Dunque per evitare che la prima parte di caffè, che entrerà in contatto con il metallo, si bruci diventando amaro, potete utilizzare l’acqua.
Non c’è di che.