Per noi italiani la caffettiera è solo una, guai a chi dice il contrario. Solo recentemente, con l’avvento di capsule e macchine che ne estraggono il dolce nettare ci stiamo aprendo a nuovi modi di fare il caffè.
Eppure al mondo il caffè si fa in tanti modi diversi, alcuni impensabili per noi. Partiamo dalla nostra moka, nata nel 1933, attraverso un processo fisico noto come percolazione consente all’acqua di attraversare la polvere di caffè ed estrarne le sue proprietà. Una versione più vetusta, ma comunque ancora molto utilizzata e la caffettiera napoletana, molto simile alla moka, ma il processo avviene sottosopra. Un modo totalmente diverso è quello che caratterizza il caffè arabo e turco: in questo caso l’acqua viene portata a ebollizione, si aggiunge la polvere di caffè in infusione e si attende che si depositi sul fondo per procedere a versarlo.
In questo articolo però vogliamo analizzare un altro modo di preparare il caffè attraverso la caffettiera a pistone.
Cos’è questa roba?
Nota anche come french press, la caffettiera a pistone o stantuffo è un modo alternativo per preparare il vostro caffè mattutino.
Da italiano duro è puro sicuramente alla parola french ti sarai irrigidito, memore di successi calcistici ormai vecchi di lustri, ma fidati è un’opzione più che valida. Ideata nella sua prima versione nel 1859 in Francia, il sistema di filtraggio del caffè attraverso un pistone è stato perfezionato durante il novecento da alcuni italiani, sino ad essere diffusa da un’azienda britannica. Insomma un prodotto del genio europeo.
Come funziona?
Avete deciso che è ora di fare un tentativo. La solita moka vi ha stancato e volete provare il brivido di qualcosa di nuovo.
La caffettiera a pistone farà sicuramente al caso vostro. Sul mercato potrete trovarne per ogni fascia di prezzo, quindi sperimentare questo nuovo metodo non è un hobby accessibile solo ai più ricchi tra voi.
Comprata? Bene.
Macinato il caffè o aperta la vostra busta di caffè già preparato, versatelo nel bricco di vetro o metallo. Fin qui tutto facile. A parte avrete scaldato sino a bollore, in un bollitore o pentolino come preferita, l’acqua necessaria. Prendetela e versatela nel contenitore con il caffè e mescolate con un cucchiaio per portare la polvere bene in sospensione nel liquido.
In questo passaggio sono importanti le proporzioni, se nella moka tradizionale sappiamo quanto caffè è necessario grazie al pratico filtro che funge anche da dosatore, in questo caso dobbiamo fare da noi. Generalmente è consigliato seguire la seguente proporzione: per ogni grammo di caffè, utilizzare dai 10 ai 20 grammi di acqua, a seconda di quale gusto preferiamo. Dunque bilancia alla mano e misurare, sarete dei piccoli chimici per un attimo.
Più acqua utilizziamo meno intenso sarà il sapore del nostro caffè finale e viceversa.
Conclusioni
La strada verso il caffè non è sempre la stessa per tutti. Quella che scegliamo dipende dal nostro gusto, senza discriminazioni di sorta. Chi ama il caffè lungo, chi corto, chi super concentrato, chi dolce e chi amaro, l’importante è essere fatti di caffeina.